Aventura desierta de los románticos
*Massimo Bontempelli
(Traducción de Guadalupe Alonso)
 

Avventura deserta
ovvero l'ultimo dei romantici

Ho veduto una volta sola il deserto. Era molto grande. Ma tutti i deserti sono molto grandi, credo: non si concepisce un piccolo deserto.

Ed era d'estate, perché tutti i deserti sono d'estate. Nel deserto ho incontrato un leone solitario e un arcangelo.

Stavo camminando da un po' dentro il deserto —cioè quel tanto che era occorso perch'io non vedessi, anche voltandomi, piu altro che infinità tutt'intorno, come il mare in alto mare —ero appena entrato in alto deserto, quando vidi spuntare lontano un leone.

Lo riconobbi all'aria tranquilla e malinconica che distingue quel quadrupede da tutti gli altri animali. (II cane è malinconico, ma irrequieto. II gatto è quieto, ma attento. Il tigre sembra sempre sul punto di perdere il lume degli occhi.)
 

Il leone solitario era lontanissimo e camminava molto lentamente.

Io tuttavia mi fermai sùbito.

Mi guardavo attorno. Guardavo da tutte le parti, ma specialmente dalla parte del leone. Mi sarebbe piaciuto tornare indietro, ma mi sarebbe spiaciuto moltissimo voltargli le spalle.

Tutto ben ponderato, presi la risoluzione di sedermi in terra.

Sedei sulla sabbia infocata del deserto che intorno a me perdutamente ondava e raggiava.

 

Aventura desierta o el último 
de los románticos

Una sola vez vi el desierto. Era muy grande. Pero todos los desiertos son muy grandes, creo: no se puede concebir un desierto pequeño.

Y era verano, porque en todos los desiertos es verano. En el desierto me encontré a un león solitario y a un arcángel.

Estaba caminando desde hacía un rato desierto adentro —es decir, lo necesario como para no ver, aun al voltear, más que el infinito alrededor, como el mar en alta mar. Había entrado apenas en el alto desierto, cuando a lo lejos vi aparecer un león.

Lo reconocí por el aire tranquilo y la melancolía que distingue a ese cuadrúpedo de todos los demás animales. (El perro es melancólico, pero inquieto. El gato es quieto, pero atento. El tigre parece estar siempre a punto de perder el brillo de los ojos.)

El león solitario estaba muy lejos y caminaba con lentitud.

A pesar de eso, me detuve de inmediato.

Miraba en torno. Miraba por todas partes, en especial hacia donde estaba el león. Me hubiera gustado regresar, pero me hubiera disgustado mucho darle la espalda.

Tras ponderar todo, tomé la resolución de sentarme.

Me senté sobre la arena candente del desierto que, a mi alrededor, ondeaba e irradiaba hasta perderse. 

   
Tutta la superficie del piano era fasciata d'una
vertigine luminosa, lo spazio fino al cielo era immoto rovente. La terra era una sterminata vegetazione di tremolíi lucidi, da me, intorno a me, fino a lontano, all'orizzonte: fino al leone che camminava come in ozio, e non mi aveva ancora veduto. 

Non era possibile prendere un provvedimento. Non era possibile prevedere. Perciò mi abbandonai. Lentamente quella lucidità fluida, sotto l'afa sabbiosa dell'aria si dissolveva ai miei occhi in una vivida nebbia di diamante. 

D'un tratto l'afa fu rotta dall'alto in giu da un bagliore più forte che mi ferì fin dentro gli occhi; credo li chiusi un momento; riaprendoli in furia vivi illuminarsi una regione dell `aria presso me, dalla terra verso l'alto. Alzai gli occhi poi balzai in piedi, mentre quella luce si faceva più candida e si vestiva d'argento; detti un passo indietro per stupore e reverenza, Era molto più alto di me: bellissimo e dritto, con le ali grandi piegate lungo il corpo, e tutta la persona raggiava. Ma il volto era di rosa. 
 
 

"Oh" dissi "lei è un angelo."

"Prego" rispose "un arcanuelo."

"Mi perdoni." 

"Non c'è di che." 

Allora l'arcangelo mise una mano sopra la mia spalla, e io mi sentii pieno di luce. Guardai giù, verso la sabbia di fuoco, e le sorrisi. Rialzai il capo, fissai gli occhi nel sole che nel centro del cielo era bianchissimo e mi guardava con una nobile gioia. 
 



L'arcangelo tolse la mano dalla mia spalla, mi parlò.
"Non pensavo d'incontrarti" diceva. "Ho appuntamento con un leone." 

Io m'ero dimenticato del leone. Mi voltai. Era un po' meno lontano.
 

"Forse quello là?"

"Appunto" rispose l'arcangelo "il leone del deserto. Andiamogli incontro."

Camminavo quasi al suo fianco, un po' indietro, non so se lo guardassi o lo sentissi; la sua leggerezza era piena di maestà; come egli andasse non so; il mio animo tremava, e non so come il mio tremore era pieno di sicurezza. Lui procedeva come una camminante fontana d'argento in mezzo alle fiamme dell'aria.

Quando fummo vicini al leone tutti ci fermammo, e il leone piegò un poco un ginocchio e sùbito si risollevò. A me guardò un istante come si guarda una cosa lontana poi d'un tratto vidi un sorriso di fraternità ne' suoi occhi; ma di nuovo si volse all'arcangelo, e questti già s'era mosso.

Il leone si mise a camminare al suo fianco. Con garbo così si appartavano da me discorrendo intensamente e senza gesti tra loro, io con molta modestia stavo in disparte guardandoli, e la mia maraviglia non era aspra o inquieta, ma dolce.

Li sogguardavo. S'erano fermati e tutti e due mi voltavano le spalle. Il leone piegava in su il collo e la testa verso l' ar-cangelo per ascoltarlo.

A un certo punto mi sono accorto che a tratti, volgendosi, mi guardavano un attimo poi sùbito riprendevano a par-lare: senza dubbio possibile parlavano di me.

Toda la superficie del plano estaba envuelta en un vértigo luminoso, el espacio hasta el cielo permanecía inmóvil, ardiente. La tierra parecía una inmensa espesura de tremolines brillantes: a partir de mí, en torno a mí, a lo lejos, desde el horizonte hasta el león que caminaba ocioso y que aún no me había visto.

No era posible tomar provisiones. No era posible prever. Por lo tanto, me abandoné. Poco a poco aquella lucidez etérea bajo el bochorno arenoso del aire, se disolvía ante mis ojos en una intensa niebla de diamante.

De pronto, el bochorno fue interrumpido de arriba abajo por un resplandor más fuerte que me hirió los ojos; creo que los cerré un momento; abriéndolos deprisa, vi iluminarse una región del aire junto a mí, de la tierra hacia las alturas. Levanté la mirada, después, de un salto me puse de pie, mientras que aquella luz se volvía más cándida y se impregnaba de plata; di un paso atrás por estupor y reverencia. Era mucho más alto que yo: bellísimo y erguido, con las grandes alas plegadas a lo largo del cuerpo, y todo él resplandecía. Pero el rostro era rosado.

"Ah —le dije—, usted es un ángel".

"Le ruego —respondió—, un arcángel".

"Discúlpeme".

"No hay de qué".

Entonces el arcángel puso una mano sobre mi hombro y yo me sentí pleno de luz. Bajé la vista, hacia la arena de fuego, y le sonreí. Levanté de nuevo la cabeza, fijé los ojos en el sol que estaba blanquísimo en el centro del cielo y él me contemplaba con una alegría noble. 



El arcángel retiró la mano de mi hombro, me habló:

"No pensaba encontrarte", decía. "Tengo cita con un león".

A mí se me había olvidado el león. Me volví. Estaba un poco menos alejado.

"¿Tal vez aquél que está allá?"

"Exacto", respondió el arcángel, "es el león del desierto. Vayamos a su encuentro".

Caminaba casi a su lado, unos pasos atrás, no sé si lo veía o lo sentía; su ligereza desplazaba dignidad; cómo caminaba, no lo sé; en mi ánimo yo temblaba, y no sé cómo ese temblor estaba lleno de confianza. Él procedía como un surtidor de plata deslizándose en medio de las flamas del aire.

Cuando estuvimos cerca del león nos detuvimos. El león replegó apenas una rodilla y de inmediato se incorporó. Me miró por un instante como se mira algo en la lejanía, enseguida percibí una sonrisa de fraternidad en sus ojos; pero de nuevo se volteó hacia el arcángel y éste ya se había movido.

El león comenzó a caminar a su lado. Así, con garbo, se alejaban de mí conversando intensamente y sin hacer gestos. Yo, con mucha modestia, me quedé aparte mirándolos, y mi asombro no era áspero o inquieto sino dulce.

Los miraba. Se habían detenido y ambos me daban la espalda. El león levantaba la cabeza y el cuello hacia el arcángel para escucharlo.
 

En cierto momento me di cuenta de que a veces, volteándose, me miraban un instante y enseguida reanudaban su charla: sin lugar a dudas hablaban de mí.

   
Ilo non ho mai saputo che cosa il leone del deserto e l'ar-cangelo del cielo dicessero di me; non ho mai avuto curio-sità d'indovinarlo, e nemmeno l'avevo in quel punto. Io non pensavo nulla, tra le solitudini ardenti del cielo e della terra, mentre lo sterminato mi circondava d'ogni parte, e le diafane vampe dell'aria e della sabbia mi avviluppavano, e a pochi passi il leone e l'arcangelo tutto luce parlavano segretamente di me: né mai il mio cuore si sentì più mondo di orgoglio. 

Ora i miei occhi s'abbacinavano: le mie ciglia erano piene d'un'insostenibile voluttà di luce. Così mi pareva che il giallo ondoso della sabbia salisse un poco e si modellasse nella groppa del leone, che il bagliore dell'aria scendesse a condensarsi nella colonna d'argento ch'era l'arcangelo —quando iil loro gruppo dolcemente si mosse. Si volta-vano; e passo passo tornarono a me. Ci guardammo un momento, con molta pace, negli occhi.
 

Il leone, com'era venuto, così con passo da solitario partì, e impiccoliva nella lontananza. Lo seguii per un po' con lo sguardo. Poi alzai gli occhi all'arcangelo. L'arcangelo stava ergendosi e come diventando più alto; tutto l'argento lampeggiò in mezzo al tremolìo d'oro sconfinato ch'era la luce sopra la sabbia; in uno di quei folgorìi mi sorrise; aperse grandi le ali, si sollevò e lasciando una scia lunga d'azzurro nell' aria arrivò in alto e si diffuse nel cielo.

A lungo guardai, guardai lo spazio mosso dal suo passare, la chiarità del mondo che si ricomponeva. 

Ora intorno a me fu di nuovo il deserto, quasi onde di so-le in infintà sopra la terra; e la mia anima era piena di luce e di malinconia.•

Jamás supe lo que el león del desierto y el arcángel del cielo dijeron de mí; nunca tuve curiosidad de adivinarlo, mucho menos en aquel momento. Entre la soledad ardiente del cielo y de la tierra, mientras la inmensidad me circundaba por todas partes y las diáfanas oleadas del aire y la arena me envolvían, y a pocos pasos el león y el arcángel todo luz hablaban de mí en secreto, yo no pensaba en nada ni jamás mi corazón se sintió tan libre de orgullo.

Ahora mis ojos se deslumbraban: mis pestañas estaban llenas de una incontrolable voluptuosidad de luz. Así, me parecía como si el oleaje amarillo de la arena se prolongara hasta moldearse en la grupa del león, como si el resplandor del aire descendiera para condensarse en esa columna de plata que era el arcángel, cuando la pareja dulcemente se movió. Volvían; y paso a paso regresaron a mí. Nos miramos un momento, con mucha paz, a los ojos.

El león, igual que había venido, con paso solitario partió hasta perderse en la lejanía. Lo seguí un momento con la mirada. Después alcé la vista hacia el arcángel. El arcángel se erguía como haciéndose más alto; toda la plata resplandeció en medio de aquel inmenso oleaje de oro que era la luz sobre la arena; en uno de esos fulgores me sonrió; abrió las grandes alas, se elevó y, tras dejar una larga estela azul en el aire, llegó a las alturas y se diluyó en el cielo.

Miré por largo tiempo, miré el espacio removido a su paso, la claridad del mundo que se recomponía.

Ahora frente a mí estaba de nuevo el desierto, ondas de sol casi infinitas sobre la tierra; y mi alma estaba llena de luz y de melancolía.• 

   
*Massimo Bontempelli, autor italiano del novecento, reconocido por su trayectoria como dramaturgo y narrador. Son características de su escritura las novelas cortas y relatos, donde se manifiesta su capacidad literaria y el poder de su imaginación. Entre ellas destacan La playa milagrosa o premio a la modestia, Viaje al arco iris, Los peregrinos y Octogenaria (novela que en breve será publicada por primera vez en español por la UAM). Obras como El tablero ante al espejo y Gente en el tiempo son trabajos en los que se registra el origen de un nuevo lenguaje, el realismo mágico, género del que se le considera precursor.

Guadalupe Alonso es periodista cultural y traductora. Fue directora de noticias de Canal 22. Dirigió el suplemento Luz verde para esta misma emisora y ha colaborado en suplementos y revistas como El Ángel y Sábado